Aborto spontaneo
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Come superare un aborto spontaneo

Non esiste un solo modo di reagire all’aborto spontaneo, ma soprattutto non esiste un modo giusto e uno sbagliato. A volte si risente dell’impatto emotivo subito dopo l’evento, altre trascorrono intere settimane prima di una vera e propria presa di coscienza. La donna si scontra con un lutto profondo, una morte che è avvenuta dentro di lei, nella vita stessa. Il periodo che serve per reagire al dolore non è codificato e bisogna prendersi i tempi del lutto, diversi da persona a persona.

Molte donne sperimentano un senso di colpa perchè la morte le ha toccate da vicino, fisicamente. A volte le reazioni possono essere di shock, di tristezza o di rabbia verso amici o familiari che hanno avuto gravidanze di successo. Ogni reazione è personale e non esiste un approccio unico che sia d’aiuto per tutti allo stesso modo. È importante accettare qualsiasi emozione e non cercare di sopprimerla o combatterla: è necessario “vivere” ogni stato d’animo fino in fondo, con i propri tempi.

Talvolta la donna trova conforto nello sfogo, nel parlare con altre persone dei suoi sentimenti, altre volte invece è ancora troppo doloroso per poter essere affrontato e preferisce rielaborare il vissuto in se stessa. In alcuni casi le donne riescono a superare dolore, anche dopo poche settimane, provando a pianificare gravidanze successive, oppure, per altre donne, potrebbe essere traumatico.

L’aborto spontaneo può influire nella vita successiva a questo episodio, inondando la donna di sensazioni di ansia o depressione, interferendo anche con la serenità di coppia. Il dolore infatti condiziona i comportamenti di entrambi i partner e non è sempre facile o intuibile come fare per aiutare e supportare l’altro quando si è in prima persona nel pieno del dolore.

Per attraversare il dolore del lutto e superare questa fase della sua vita, una donna può scegliere di cercare supporto in una psicologa oppure in una coach. Nello specifico la coach per donne in gravidanza aiuta le altre donne alla riflessione, guidandole nell’ acquisizione di nuovi strumenti e consapevolezze, offrendo supporto su come impostare nuovamente la propria vita e quindi la propria relazione di coppia dopo il recente lutto.

Aborto spontaneo: stati d’animo e malesseri psichici

Dopo un aborto spontaneo i sentimenti più comuni vissuti dalla donna sono di angoscia, tristezza, collera, colpevolezza o ansia al pensiero di successive gravidanze ed eventuali fallimenti.

Il lutto non deve essere soppresso o negato. Un aborto spontaneo è un evento traumatico che ogni donna deve affrontare con i propri tempi e modalità. Parlare con un coach potrebbe aiutare ad accettare, gestire e superare le proprie emozioni e sviluppare anche sentimenti positivi.

Il senso di colpa è uno dei sentimenti più comuni, anche quando si tratta di un aborto spontaneo e su cui la donna non ha avuto alcuna responsabilità. La sensazione di avere in grembo una vita e l’istinto che porta la mamma a prendersene cura, fa sì che si sente inevitabilmente responsabile per ogni accadimento al feto. Tende a colpevolizzarsi per azioni banali che nella maggior parte dei casi non hanno portato all’aborto e per cui non dovrebbe sentirsi in colpa.

Anche in questo caso il confronto con una persona al di fuori della propria quotidianità, come una coach, può aiutare a razionalizzare i propri pensieri e a comprendere meglio l’origine dei propri stati d’animo e ad accettare che sono molte le ragioni per cui si può verificare un aborto spontaneo e molto spesso non sono sotto il controllo della donna.

È certamente normale che dopo un aborto spontaneo il pensiero di una gravidanza successiva generi nella donna ansia e preoccupazione. Parlare col medico sull’eventualità di altri aborti e sulle possbili cause che hanno causato i precedentu potrebbe rassicurare. Un ulteriore supporto potrebbe aiutare a gestire l’ansia e i pensieri negativi e a coltivare anche un approccio maggiormente ottimista e positivo nei confronti delle probabilità e della vita.

Una nuova gravidanza dopo l’aborto: ansie e preoccupazioni

L’esperienza dell’aborto è stato associata a un picco di sofferenza, ansia e depressione. In alcuni casi i sintomi psicologici persistono per un anno, in altri vanno anche oltre questo periodo di tempo.

Ansia e dolore possono fare da sottofondo allo svolgimento di tutte le attività quotidiane e vivere anche successive gravidanze. Purtroppo lo stesso stress materno può aumentare il rischio di aborto nell’eventuale successiva gravidanza, senza considerare che nella donne permane un ricordo vivido dell’evento, spesso correlato a dolore, emorragia, contrazioni, sensazione di sanguinamento. Può essere difficile anche solo ipotizzare di ripercorrere questo percorso una seconda volta, portando le donne a pensare ad una nuova gravidanza con atteggiamento molto negativo e pessimistico.

In questo caso un adeguato supporto emotivo, mentale e motivazionale può far leva sulle insicurezze e le paure, approfondendo, riflettendoci e svuotandole del loro potere paralizzante. Può essere fornita e fatta valutare una prospettiva diversa, che non prevede esiti infausti e che potrebbe essere vissuta con maggiore serenità e benessere. Prendere consapevolezza di ciò che accade al proprio corpo può aiutare a dare alla donna una sensazione di controllo sulla sua vita e su ciò che il corpo e la mente sperimentano. In questo può aiutare anche il confronto con una Coach professionista, che può intervenire e aiutare ad affrontare la paura di perdere una nuova gravidanza.

Risanare il dolore dell’aborto con una Coach

La Coach per donne in gravidanza può aiutare a prendere di nuovo in mano le redini della propria vita e ad assumere nuove abitudini per costruire una vita sana, salutare ed equilibrata. Mangiare sano, fare esercizio fisico, evitare fumo alcol e droghe, limitare la caffeina, controllare lo stress e il peso sono solo alcune delle best practice per coltivare il benessere quotidiano. La Coach può così porre l’attenzione sui fattori dello stile di vita che a volte porta le donne a sentirsi in colpa dopo un aborto spontaneo, in modo da prepararsi diversamente ad una futura gravidanza.

Innanzitutto è importante vivere il lutto e il dolore, senza cercare di reprimerlo. Il dolore accettato ed elaborato può infatti diventare una forte guida. Ci si perde per poter rinascere e la Coach accompagna la donna in questo percorso rispettandone i tempi di guarigione fisica, psichica ed emotiva. Al momento giusto, viene incentivata la conversazione e la condivisione delle emozioni ed anche per riflettere e ritornare su di uno stesso pensiero cambiando il punto di vista.

Le emozioni e i pensieri resi liberi possono col tempo smettere di opprimere la mente e il corpo della donna, donando nuovo benessere e accettazione di quanto è accaduto. Insieme alla Coach si giunge ad un nuovo modo di pensare che non prevede più vittime e colpevoli, ma che accetta la vita così com’è e aiuta a lasciarsi andare a una nuova possibile serenità.

 

Categorie Articolo: Coaching, Ginecologia, Gravidanza, PMA
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