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Strappo muscolare? Riconosci il grado e agisci in tempo!

Lo strappo muscolare è una lesione grave causata dalla rottura di alcune fibre che compongono il muscolo. La responsabilità del danno è da riscontrare in un’eccessiva sollecitazione della fascia muscolare con brusche contrazioni o scatti improvvisi.

Spesso si verifica in ambito sportivo, soprattutto negli sport che richiedono un movimento muscolare esplosivo come sollevamento pesi, baseball, calcio, gare di sprint e di salto. È facile la manifestazione di strappi muscolari in assenza o scarso allenamento e quando il muscolo è particolarmente stanco o impreparato a sostenere lo sforzo, nel caso ad esempio di un mancato riscaldamento oppure di un’età avanzata.

Strappo muscolare: livelli di gravità

La classificazione standard della gravità di uno strappo muscolare prevede 3 gradi con sintomi corrispondenti.

  1. Strappo muscolare di primo grado. Le fibre danneggiate sono poche e la lesione è talmente leggera che l’infortunato volendo riuscirebbe a proseguire l’attività fisica. Il primo intervento dovrebbe però essere di interrompere l’attività e non ignorare il dolore, seppure lieve. In questo modo si permette allo strappo di guarire da solo. È sempre consigliabile un accertamento e una visita specialistica per una corretta prognosi e per evitare il rischio di una ricaduta riprendendo l’attività fisica troppo presto.
  2. Secondo grado. Le fibre lesionate sono di più e il dolore è più forte. Si forma anche un ematoma nella maggior parte dei casi visibile. L’infortunato è costretto ad arrestrare l’attività fisica intrapersa e forzato al riposo. Diagnosi e trattamento riabilitativo sono necessari per riportare il muscolo alle normali condizioni.
  3. Terzo grado. La condizione più grave vede lo strappo è subtotale, ossia con il ¾ delle fibre totali o tutte le fibre lesionate. Il dolore è molto forte, l’ematoma più grande e l’impotenza funzionale più grave. L’infortunato ha bisogno di un attento percorso medico e riabilitativo per limitare il più possibile i danni funzionali, ma non sempre riesce in un recupero completo.

Strappo muscolare: sintomi

Il primo e principale sintomo è un dolore acuto nella zona lesionata, tanto più intenso quanto maggiore è il numero di fibre coinvolte. Spesso il dolore avvertito viene rievocato dalla contrazione del muscolo interessato. Nel caso di uno strappo muscolare grave di terzo grado, l’infortunato non riesce a muovere la zona e il muscolo appare rigido e contratto. Uno strappo muscolare di secondo e terzo grado presenta nella maggior parte dei casi anche l’edema e il gonfiore.

La formazione di ematomi è un altro dei sintomi tipici di di questa gravità. Il muscolo scheletrico infatti è percorso da una fitta rete di capillari, che in caso di strappi vengono lesionati. A questa rottura corrisponde uno stravaso ematico più o meno evidente in base all’entità e alla localizzazione della lesione.

Nei traumi più lievi il sangue rimane all’interno del muscolo, per questo l’ematoma è meno visibile, ma in quelli più gravi migra in superficie, si accumula e forma gli ematomi, a cui segue dopo circa 24 ore un livido localizzato più in basso rispetto allo strappo.

Potrebbe anche verificarsi una contrattura muscolare di difesa. Si indica con questo termine il tentativo dell’organismo di immobilizzare l’area interessata per favorire il recupero ed evitare che la situazione peggiori ulteriormente.

Cosa fare subito?

Ad ogni gravità dello strappo muscolare corrisponde un diverso approccio riabilitativo. Ciò che tutti i gradi di gravità hanno in comune è però la fase di primo soccorio. Appena di verifica lo strappo muscolare bisogna adottare una serie di azioni riassumibili nell’acronimo POLICE, ed evitarne altre sintetizzate dall’acronimo HARM.

POLICE, cosa fare dopo uno strappo muscolare:

  • P di Protezione per proteggere la lesione da ulteriori traumi
  • OL di Optimal Loading (carico ottimale) per stabilire quali movimenti e quale carico sono opportuni in base all’entità della lesione muscolare. Il riposo assoluto è consigliato solo quando il trauma è particolarmente violento ed è di terzo grado
  • I di Ice (ghiaccio) per applicare ghiaccio ripetutamente e in maniera regolare sulla zona interessata per contrastare l’infiammazione e far diminuire il dolore
  • C di Compressione per comprimere il muscolo con una fasciatura
  • E di Elevazione per tenere il muscolo elevato nei momenti di riposo

HARM, cosa non fare dopo uno strappo muscolare:

  • H di Heat (calore) per non applicare calore sulla zona interessata ed evitare così di far aumentare l’infiammazione
  • A di Alcool per evitare che le bevande alcoliche fluidifichino il sangue e accellerino il flusso sanguigno
  • R di Running (corsa) per evitare la corsa anche se la lesione è di basso grado nel caso in cui lo strappo sia agli arti inferiori;
  • M di Massage per non massaggiare l’area lesionata

Strappi muscolari più comuni

È estremamente probabile che una lesione muscolare avvenga durante l’attività sportiva, ma non è una circostanza esclusiva. Lo sportivo agonista o amatoriale potrebbe non essere correttamente allenato, esponendosi in questo modo a frequenti lesioni muscolari. La zona solitamente più a rischio è l’arto inferiore e, in minima parte, quello superiore.

Le zone dove più frequentemente i pazienti lamentano strappi muscolari sono:

  • alla schiena
  • alla coscia
  • alla polpaccio
  • alla spalla

In particolare lo strappo muscolare alla coscia interessa spesso il bicipite femorale o il quadricipite femorale. Lo strappo al polpaccio colpisce maggiormente la parte bassa, vicino alla caviglia, si verifica spesso negli atleti più “anziani” ed è causato spesso dopo un’improvvisa accelerazione. Lo strappo inguinale è abbastanza comune negli sport con molti cambi di direzione.

Lo strappo muscolare alla schiena invece ha bisogno di una precisazione. Nel linguaggio comune in molti identificano con questo termine la causa del mal di schiena, ma quasi sempre non è questo il caso. In realtà lo strappo muscolare alla schiena è rarissimo, ed è più probabile che la causa del mal di schiena risieda altrove.

Categorie Articolo: Fisioterapia