
Come riconoscere e trattare la sciatalgia
Cause, sintomi e rimedi del nervo sciatico infiammato
Quando si parla di sciatalgia si fa riferimento a una sensazione dolorosa che interessa tutto il nervo sciatico, dalle radici dei suoi vari nervi spinali alle sue estremità; pertanto, la sciatalgia non è altro che l’infiammazione del nervo sciatico.
Cos’è il nervo sciatico?
Il nervo sciatico, o ischiatico, è il più lungo e il più grande di tutti i nervi del corpo umano. Il suo percorso inizia nella parte bassa della schiena e attraversa tutto l’arto inferiore, per giungere al piede. Appartiene al gruppo dei nervi misti ed è una derivazione degli ultimi due nervi spinali lombari, cioè L4 e L5, e dei primi tre nervi spinali sacrali, cioè S1, S2 e S3.
Tutte queste strutture si uniscono per dar vita al nervo sciatico all’altezza del gluteo e del muscolo piriforme; da qui, poi, il nervo scende lungo la parte posteriore della coscia, supera il ginocchio e si divide tra la parte posteriore e quella anteriore della gamba, e tra il dorso e la pianta del piede.
Date le diverse diramazioni, il nervo ischiatico garantisce sia la sensibilità, sia la motilità degli arti inferiori, soprattutto delle gambe; ecco perché quando è infiammato risulta davvero difficile deambulare come sempre e, in particolare, senza avvertire dolore.
C’è differenza tra sciatica e sciatalgia?
No, i termini sciatica e sciatalgia indicano entrambi l’infiammazione del nervo sciatico. Tuttavia, nonostante il primo sia più comunemente e usualmente impiegato, la denominazione corretta per indicare lo stato infiammatorio è la seconda: sciat- si riferisce al nervo sciatico, -algia invece al dolore.
Quali sono le cause della sciatalgia?
La sciatica, o sciatalgia, scaturisce dalla compressione del nervo sciatico o di una o più radici che lo compongono, che comporta un inevitabile stato infiammatorio; la condizione, infatti, rientra tra le sindromi da compressione nervose e, insieme alla sindrome del tunnel carpale, è in assoluto la più comune.
Tra le cause principali di sciatalgia rientrano:
- ernia del disco spinale, che causa almeno il 15% dei casi;
- discopatia degenerativa, localizzata nel tratto lombare e in quello sacrale della colonna vertebrale, e consiste nel naturale processo di usura a cui vengono sottoposti i dischi intervertebrali con l’invecchiamento;
- stenosi vertebrale in sede lombo-sacrale, cioè il restringimento patologico di una parte del canale vertebrale (o canale spinale) che custodisce il midollo spinale, componente essenziale del sistema nervoso centrale;
- stenosi foraminale in sede lombo-sacrale, cioè il restringimento di quei piccoli canali attraverso i quali passano le radici dei nervi spinali;
- spondilolistesi in sede lombo-sacrale, una patologia della colonna vertebrale che comporta lo scivolamento di una vertebra su un’altra;
- sindrome del piriforme, cioè la sintomatologia causata dalla compressione del nervo sciatico da parte del muscolo piriforme a seguito di un trauma o una contrattura;
- tumore spinale in sede lombo-sacrale, che comprime i nervi spinali che compongono il nervo sciatico.
Ma non solo, perché la sciatalgia può essere causata anche da una lesione traumatica del nervo sciatico, alla cui origine potrebbe esserci:
- la recisione del nervo sciatico, effettuata in modo del tutto involontario dai chirurghi in occasione di un intervento di protesi dell’anca;
- le fratture scomposte delle ossa di gamba o coscia.
Inoltre, la sciatica tende a colpire moltissime donne in gravidanza, soprattutto nel corso delle ultime settimane: poco prima del parto, infatti, l’utero è talmente grande da poter pressare i nervi spinali che compongono il nervo sciatico e, quindi, innescare la relativa sintomatologia.
Fattori di rischio della sciatalgia
Oltre alle principali cause finora elencate, esistono diversi fattori di rischio della sciatica, tra i quali rientrano:
- età avanzata: con l’invecchiamento si modifica la forma della colonna vertebrale, al punto che, in alcuni casi, è maggiormente predisposta all’ernia del disco;
- obesità e sovrappeso: i chili in eccesso possono esasperare la colonna vertebrale che, essendo sotto pressione, si modifica incidendo sull’anatomia dei nervi spinali collegati;
- lavori usuranti: comprendono tutti quelli che prevedono di sollevare pesi o torcere la schiena che, alla lunga, causano l’infiammazione del nervo sciatico;
- diabete: tra le complicanze rientra la neuropatia diabetica, una forma di neuropatia periferica che comporta il deterioramento dei nervi periferici, nervo sciatico compreso;
- vita sedentaria: numerosi studi in merito hanno dimostrato che mantenere una posizione statica e seduta a lungo predispone alla sciatica;
- traumi a cosce, gambe o natiche: un forte trauma lungo il nervo sciatico, spesso causato da fratture ossee, può danneggiare il nervo stesso;
- artrite: un’infiammazione delle articolazioni della colonna vertebrale ne modifica l’anatomia; di conseguenza, le vertebre comprimono le radici dei nervi spinali e possono intaccare anche quelle del nervo sciatico;
- patologie del rachide: ne esistono diverse, in primis la stenosi foraminale, la spondilolistesi e la stenosi vertebrale;
- impianto di protesi dell’anca: in casi rari ed eccezionali, durante l’intervento si può involontariamente lesionare il nervo sciatico.
Quali sono i sintomi della sciatica?
Il primo sintomo che caratterizza l’infiammazione del nervo sciatico è senza alcun dubbio il dolore, che interessa la parte bassa della schiena, i glutei e/o la gamba fino al piede. L’intensità e la durata della sensazione dolorosa variano in base alla causa: in alcuni casi il dolore può essere acuto, bruciante, penetrante e inarrestabile, mentre in altre occasioni può essere inizialmente più lieve e intensificarsi a seguito di determinati movimenti o circostanze.
In generale, il tipico dolore della sciatalgia insorge in una sola metà del corpo (si parla, infatti, di sciatica monolaterale), ma possono verificarsi delle eccezioni in cui la sintomatologia colpisce entrambi i lati (sciatica bilaterale).
L’infiammazione del nervo sciatico, oltre al dolore, può provocare conseguenze a carico del medesimo arto inferiore:
- difficoltà di movimento;
- dolore acuto e bruciante;
- dolore simile a una scossa elettrica;
- dolore localizzato in una determinata parte dell’arto inferiore;
- dolore irradiato dalla bassa schiena al piede;
- indebolimento muscolare;
- formicolio e/o intorpidimento dell’arto;
- intensificazione progressiva del dolore;
- sensazione di aghi che pungono continuamente l’arto interessato.
La sciatalgia comporta complicazioni?
Tendenzialmente, la sciatalgia non comporta gravi conseguenze ed è possibile risolvere la condizione seguendo una valida terapia; nei casi più importanti, che prevedono una grave lesione del nervo sciatico non adeguatamente trattata, possono insorgere diverse complicazioni:
- perdita del controllo degli sfinteri viscerale e anale;
- zoppia;
- perdita della sensibilità dell’arto inferiore interessato;
- debolezza dell’arto inferiore interessato.
Per questo è molto importante rivolgersi immediatamente al medico e intervenire tempestivamente, soprattutto quando:
- i sintomi peggiorano anziché migliorare;
- il dolore aumenta, così come il formicolio e il senso di debolezza muscolare;
- la sintomatologia si presenta dopo un evento traumatico, come un incidente stradale;
- avviene una progressiva perdita del controllo delle funzioni intestinali e vescicali.
Come si fa a diagnosticare la sciatica?
Per scoprire se si soffra di sciatica o meno, di solito, basta sottoporsi a un esame fisico/obiettivo accompagnato da un’accurata anamnesi; così facendo, il medico è in grado di formulare un quadro clinico abbastanza completo, soprattutto quando il paziente manifesta dolore, intorpidimento, formicolio e/o debolezza muscolare.
La diagnosi diventa ancora più precisa quando si eseguono test diagnostici più approfonditi, che servono più che altro per risalire alla causa scatenante dell’infiammazione; i principali che un medico può richiedere sono:
- esami del sangue, compresi VES e test della proteina C reattiva;
- raggi X alla colonna vertebrale, che permettono di rilevare il reale stato di salute della colonna;
- risonanza magnetica lombo-sacrale, che consente di indagare l’eventuale presenza di stenosi vertebrale o foraminale, tumori spinali e spondilolistesi;
- TAC alla colonna vertebrale, spesso associata alla risonanza magnetica;
- elettromiografia, con la quale si analizza il flusso degli impulsi nervosi lungo il nervo sciatico e, quindi, la sua attività motoria.
Che differenza c’è tra sciatalgia acuta e cronica?
La differenza sostanziale tra sciatalgia acuta e sciatalgia cronica consiste nella permanenza del dolore: la prima è una condizione dolorosa la cui durata è variabile, da pochi giorni a intere settimane; la seconda, invece, viene diagnosticata quando il dolore sciatico persiste per oltre 3 mesi diventando, appunto, cronico.
Come si cura la sciatica?
Come già evidenziato, l’infiammazione del nervo sciatico presenta sintomatologia e durata variabili, che cambiano da paziente a paziente; di conseguenza, il trattamento è diverso a seconda di questi parametri e, ovviamente, in base alla causa scatenante.
Se si tratta di una condizione di lieve entità, i medici preferiscono optare per un trattamento conservativo, che prevede tanto riposo, l’applicazione di impacchi caldi o freddi sulla zona interessata, l’assunzione di FANS e l’esecuzione di alcuni esercizi di stretching per alleggerire la compressione del nervo sciatico.
Se, invece, i sintomi diventano debilitanti e persistenti, allora è necessario seguire una terapia mirata, che può comprendere fisioterapia, farmaci antidolorifici più forti dei semplici FANS e, nei casi più gravi, intervento chirurgico.
Trattamento conservativo per la sciatalgia
Il trattamento conservativo per la sciatalgia è la strada migliore da percorrere in presenza di un’infiammazione lieve, che si può risolvere in breve tempo. In questi casi giova il riposo, inteso come astensione dalle attività più pesanti e dall’allenamento sportivo e non come totale sedentarietà dato che, anche quest’ultima, è causa di sciatalgia.
Insieme al riposo è consigliato anche:
- applicare impacchi freddi o caldi sulla zona dolente;
- eseguire esercizi quotidiani di allungamento muscolare, cioè lo stretching, per alleviare la compressione e il dolore a carico del nervo sciatico.
Se il nervo sciatico è infiammato fa bene camminare?
Per rispondere a questa domanda bisogna ascoltare il proprio corpo: se il dolore è talmente intenso da impedire la deambulazione, allora è opportuno astenersi dalla camminata e osservare un periodo di riposo; se, invece, la sensazione dolorosa è sopportabile, allora una leggera e breve camminata quotidiana non può che essere utile per tenersi in movimento e rendere più forte la muscolatura della schiena.
Trattamento farmacologico per la sciatica
Il trattamento farmacologico per la sciatica può essere intrapreso contemporaneamente al trattamento conservativo, dato che il suo obiettivo è quello di ridurre il dolore. Tra i farmaci più efficaci rientrano:
- antinfiammatori FANS, come l’ibuprofene;
- miorilassanti;
- antidepressivi triciclici o, volendo, anticonvulsivanti;
- corticosteroidi per via endovenosa, molto più potenti dei tradizionali FANS, da utilizzare solo in casi estremi.
Trattamento fisioterapico per la sciatica
Quando il dolore impedisce il movimento, può essere estremamente utile rivolgersi a un fisioterapista per intraprendere un percorso riabilitativo mirato:
- alla correzione e al miglioramento della postura;
- al rafforzamento della muscolatura della schiena;
- all’aumento della flessibilità del tronco e del rachide.
Tutti gli esercizi proposti tendono, generalmente, a favorire la decompressione del nervo sciatico, così da alleviare i sintomi e consentire al paziente di svolgere perlomeno le attività quotidiane.
Trattamento chirurgico per la sciatica
Quando si ha a che fare con una sciatalgia grave, che presenta una lesione del nervo sciatico o la presenza di un tumore spinale, allora l’unica strada percorribile è quella dell’intervento chirurgico.
Le operazioni di questo tipo sono molto delicate, perché prevedono la liberazione dei nervi spinali del nervo sciatico da ciò che ne causa la compressione. Di solito si tratta, come già detto, di tumori spinali, ma potrebbe trattarsi anche di stenosi vertebrale o di ernia del disco.
Quanto dura la sciatalgia?
L’infiammazione del nervo sciatico ha durata variabile, anche quando la causa scatenante non è particolarmente grave. Anche nel migliore dei casi, infatti, il dolore e la compressione del nervo si risolvono non prima di 30-60 giorni dalla prima manifestazione.
Si può prevenire la sciatica?
La sciatalgia non è una condizione prevedibile quindi, a oggi, non esistono rimedi che possano prevenire l’infiammazione al 100%; al massimo, si può parlare di misure precauzionali che possono ridurre il rischio, come:
- evitare il sovraccaricamento della schiena, in occasione per esempio del sollevamento di oggetti pesanti;
- evitare di mantenere la stessa posizione/postura troppo a lungo, dato che il nervo sciatico tende a essere sotto pressione;
- fare costante esercizio fisico, poiché l’inattività è un fattore predisponente la sciatica medicalmente accertato.
Al contempo, è sempre opportuno seguire uno stile di vita sano ed equilibrato, che preveda un’alimentazione di tipo mediterraneo (contro il sovrappeso e l’obesità). Un consiglio per ridurre i rischi di una sciatica è un’attività fisica leggera ma giornaliera e il supporto di un fisioterapista che possa intervenire in caso di necessità.