Dismenorrea e fisioterapia
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Dolori mestruali e fisioterapia

Riconoscere la sindrome premestruale e trattarla con la fisioterapia

La dismenorrea consiste nella manifestazione di dolori acuti e prolungati che influiscono negativamente sulla qualità della vita delle donne che ne soffrono. La sintomatologia, oltre il dolore, comprende altri disturbi più o meno intensi che, in alcuni giorni, possono diventare a dir poco invalidanti.

Solitamente, si tende ad alleviare dolori e sintomi associati tramite l’assunzione di farmaci, in particolare i FANS che, però, hanno solo un effetto palliativo e non curativo; di conseguenza, al ciclo mestruale successivo, la condizione dolorosa si ripresenterà quasi sicuramente. Tra l’altro, alcuni farmaci possono essere dannosi per l’organismo, causando per esempio disturbi a livello gastrico o articolare.

Per evitare effetti collaterali indesiderati e ottenere benefici a lungo termine è consigliato rivolgersi a un valido fisioterapista specializzato proprio nel trattamento di disturbi di natura uro-ginecologica, come la dismenorrea.

Tipologie di dismenorrea

Prima di capire come la Fisioterapia possa aiutare le donne che soffrono di dolori mestruali a fronteggiare la situazione al meglio, è necessario sottolineare che esistono due tipologie di dismenorrea:

  • dismenorrea primaria: consiste nella comparsa di dolori molto forti fin dal menarca che si manifestano come spasmi colici dolorosi nella regione sovrapubica. Compaiono entro le 8-72 ore dalla comparsa delle mestruazioni e raggiungono il picco man mano che il flusso aumenta. Ancora oggi non è stata individuata una causa ben precisa, ma si presuppone che derivi da un eccesso di prostaglandine (in particolare le PGF2a);
  • dismenorrea secondaria: si verifica molto dopo il menarca ed è più comune con l’avanzare dell’età. Di solito la causa può essere identificabile dal punto di vista clinico e la sintomatologia è legata a patologie a carico dell’apparato riproduttivo (come cisti ovariche, fibromi uterini, endometriosi), oppure a patologie di natura non ginecologica (infiammazioni, tumori, aderenze, colon irritabile).

Tipologie di dolori mestruali

Dopo aver stabilito se si tratti di dismenorrea primaria o secondaria, è opportuno anche stabilire il momento esatto in cui il dolore si manifesta, potendolo così classificare come premestruale, intermestruale o postmestruale:

  • dolore premestruale: compare o all’inizio del flusso mestruale, o nelle 24 ore precedenti per poi scomparire quando il flusso tende a essere piuttosto consistente. Il dolore è generalmente collegato alla congestione venosa o dei fluidi della regione genitale ed è causato dagli squilibri ormonali;
  • dolore intermestruale: si manifesta nel corso delle mestruazioni, si intensifica verso la fine e poi scompare al termine del flusso. La sintomatologia è tipica dell’endometriosi e di problemi alle inserzioni uterine;
  • dolore post mestruale: inizia quando il flusso sta per terminare e dura circa due giorni. Potrebbe essere collegato all’endometriosi ma, in alcuni casi, è indice di infezioni e fissazioni lombari.

Quali sono le cause della dismenorrea?

I dolori mestruali sono causati, tendenzialmente, da una congestione a livello pelvico: le donne che soffrono di dismenorrea, infatti, manifestano spesso un aumento della contrattilità dei muscoli uterini che ostacola l’afflusso di sangue verso il tessuto dell’endometrio.

Di conseguenza, si viene a creare una condizione di infiammazione e di tensioni che coinvolgono anche gli apparati vicini, scatenando una serie di sintomi direttamente collegati al dolore mestruale, come:

  • mal di testa;
  • mal di schiena;
  • pesantezza alle gambe;
  • dolore pelvico;
  • disturbi gastrointestinali;
  • nausea e/o vomito.

Come trattare la dismenorrea: i rimedi tradizionali

La lotta contro i dolori mestruali viene combattuta quotidianamente da un gran numero di donne ogni mese; questo comporta serie difficoltà a concentrarsi, impegnarsi anche nelle attività più semplici e vivere serenamente le relazioni lavorative e affettive. Spesso i sintomi sono talmente invalidanti da costringere molte di loro a rimanere a letto, senza forze e con dolori lancinanti.

In questi casi, i principali rimedi tradizionali per alleviare il dolore e cercare di controllare la situazione prevedono di:

  • assumere farmaci antidolorifici;
  • posizionare la borsa dell’acqua calda nel basso ventre, nel tentativo di facilitare l’afflusso di sangue all’endometrio;
  • bere molta acqua, per contrastare la ritenzione idrica;
  • seguire un’alimentazione sana, che aiuti a evitare condizioni di diarrea o stipsi;
  • praticare una leggera ma costante attività sportiva.

Come già accennato, questi rimedi servono semplicemente a tamponare e non a risolvere, dato che il sollievo è sicuramente immediato ma non duraturo. Solo risalire all’origine del problema e intervenire in modo mirato può risolvere del tutto la condizione dolorosa.

Come trattare la dismenorrea con la fisioterapia

La fisioterapia è una disciplina che punta al benessere del paziente e non alla sua patologia; l’essere umano viene visto nella sua totalità, quindi come un insieme di meccanismi diversi tra loro ma che, per funzionare correttamente e armoniosamente tra loro, devono essere ben rodati.

Di conseguenza, la terapia fisioterapia si basa sulla manipolazione di alcuni distretti del corpo con l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio interno dell’organismo: prima individua la causa che provoca il dolore durante il ciclo mestruale (in questo caso) e successivamente, sempre tramite la manipolazione, va a migliorare la mobilità vertebrale per migliorare l’apporto di sangue nelle viscere e nella regione pelvica.

Per ottenere questi risultati, il fisioterapista può agire in modi diversi: tra questi, rientra l’intervento diretto sul diaframma per preservarne il corretto funzionamento. Il diaframma, infatti, ha svolge un ruolo determinante nella funzione arteriosa e venosa, ed è anche responsabile della mobilità degli organi pelvici correlati alla respirazione.

Le tecniche manipolative, inoltre, cercano anche di favorire il drenaggio linfatico e venoso, contribuendo così ad alleviare la congestione pelvica che causa inevitabilmente dolore. Nello specifico, il fisioterapista lavora per garantire una buona funzionalità delle articolazioni sacro-iliache, dei fianchi, della colonna lombare, della colonna vertebrale toracica, delle costole e del pavimento pelvico.

Infine, il fisioterapista può anche aiutare la paziente a trovare un equilibrio del sistema nervoso degli organi pelvici: l’apporto di nervi all’utero, infatti, è connesso alla zona toracica inferiore e lombare superiore, e non solo a quella sacrale.

Per rendere la terapia fisioterapica ancora più completa, è possibile associare anche esercizi di stretching e ginnastica posturale.

Come bisogna prepararsi?

Una seduta di fisioterapia per il trattamento della dismenorrea non richiede alcuna preparazione specifica. Il trattamento non è doloroso, non presenta controindicazioni e la paziente, al termine, può tornare alla vita quotidiana senza problemi.

Quando sottoporsi a un trattamento fisioterapico?

Per trattare al meglio la dismenorrea, è indicato fissare la seduta fisioterapica una settimana dopo la fine delle mestruazioni e, per valutare i risultati della terapia in corso, è generalmente opportuno che il fisioterapista incontri nuovamente la paziente durante lo stesso periodo ormonale.

Di norma, un ciclo efficace dovrebbe prevedere 6 trattamenti che, in linea di massima, dovrebbero apportare un beneficio effettivo e duraturo. Di volta in volta, poi, in base a quanto riportato dalla paziente, il fisioterapista può rivedere il trattamento e intervenire su zone diverse.

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