
Incontinenza urinaria: cause e terapie
Cos’è l’incontinenza?
L’incontinenza urinaria è una condizione caratterizzata dalla perdita involontaria di urina. La condizione è piuttosto comune, in quanto colpisce sia uomini che donne di tutte le età. Tuttavia, è prevalentemente diffusa nelle donne, negli anziani e nei bambini. In particolare, colpisce circa il 30% delle donne anziane.
Le cause sono varie e, nonostante le statistiche, non vanno ricondotte solamente all’invecchiamento. Infatti, il disturbo può dipendere da infezioni, disturbi neurologici, danni fisici e tanto altro. L’incontinenza urinaria è il sintomo di molti problemi di salute. Inoltre, può essere una condizione temporanea o permanente, più o meno grave.
Nel caso di incontinenza urinaria nei bambini si fa riferimento al fenomeno dell’eunesi, ovvero dell’incapacità di controllare lo svuotamento della vescica.
Il sintomo più comune dell’incontinenza è la perdita di controllo della minzione, sia che si tratti di piccole o grandi perdite di urina. Spesso nei casi di incontinenza il processo di urinazione è doloroso e fastidioso a causa dello sforzo o di irritazione delle vie urinarie.
Perché non si riesce a trattenere l’urina?
Normalmente la minzione è legata ad un equilibrio tra le azioni muscolari volontarie e quelle involontarie. In particolare, ai muscoli dello sfintere interno (muscolo involontario a livello del collo vescicale) e quelli dello sfintere esterno (muscolo volontario localizzato a livello dell’uretra).
Il tratto urinario è composto da: vescica, collo vescicale, uretra e pavimento pelvico. Il processo della minzione inizia con la fase di riempimento, fase in cui l’urina viene raccolta nella vescica e si accumula fino al momento dell’eliminazione. L’eliminazione avviene attraverso l’uretra.
Solitamente, quando la vescica si riempie per 1/3 della sua capacità massima, lo stiramento delle pareti vescicali invia dei segnali nervosi al cervello e sorge lo stimolo di urinare. A questo punto, il midollo spinale segnala al muscolo detrusore di contrarsi e lo sfintere interno, che è un muscolo involontario, si rilassa.
È in questa fase che la persona si accorge dello stimolo e inizia a contrarre i muscoli dello sfintere esterno per trattenere l’urina. Quando la persona si trova nelle condizioni di poter effettuare la minzione, rilassa i muscoli volontariamente per espellere l’urina. Anche se l’individuo riesce a trattenere l’urina, arriva un momento in cui raggiunge il limite, soprattutto se lo stimolo è particolarmente intenso.
L’incontinenza avviene quando la chiusura del collo vescicale è insufficiente (incontinenza da sforzo) oppure quando i muscoli che circondano la vescica si contraggono involontariamente e all’improvviso (incontinenza da urgenza).
Tipi di incontinenza
Esistono diversi tipi di incontinenza urinaria: incontinenza da stress, da urgenza, da rigurgito e incontinenza funzionale. In molti casi si può essere affetti sia da incontinenza da stress che da urgenza. In quel caso, è considerata incontinenza mista.
Incontinenza da stress
L’incontinenza da stress o da sforzo è la forma più diffusa che accomuna il 50% dei casi di incontinenza. È dovuta ad un aumento improvviso della pressione intraddominale, ovvero quando è presente uno stimolo, come un colpo di tosse, uno starnuto, una risata o uno sforzo che esercita una pressione sulla vescica come un sollevamento. Solitamente è la conseguenza di danni o disfunzioni del pavimento pelvico.
In questo caso le perdite di urina sono solitamente basse o moderate.
Incontinenza da urgenza
Come suggerisce il nome, l’incontinenza da urgenza è caratterizzata da un improvviso bisogno di urinare e dalla quasi impossibilità di trattenere o rimandare lo stimolo. In questo caso il muscolo detrusore si contrae impropriamente provocando la fuoriuscita involontaria di urina.
Questo tipo di incontinenza, noto anche come minzione imperiosa, si verifica spesso e volentieri durante la notte, fenomeno chiamato “nicturia”, e le perdite sono moderate o ampie. Questa condizione rappresenta il 30% dei casi di incontinenza.
Incontinenza da rigurgito
Conosciuta anche con il nome di iscuria paradossa, l’incontinenza da rigurgito prevede perdite di urina a causa di un riempimento eccessivo della vescica. In questo caso la perdita, anche se di un volume molto basso, può essere continua e consistente, in quanto è molto difficile per la persona svuotare completamente la vescica durante la minzione.
Incontinenza funzionale
Solitamente l’incontinenza funzionale è causata da un disturbo cognitivo o fisico. Può verificarsi nei pazienti affetti da demenza e Alzheimer o nelle persone che non sono autonome nei movimenti e sono costrette a letto. Si tratta quindi di disturbi che non sono correlati al controllo della minzione.
Campanelli di allarme
Capita spesso che una persona conviva con l’incontinenza per vergogna, perché non vuole parlarne con il medico, o perché crede che sia un fenomeno normale che fa parte dell’invecchiamento. Tante volte semplicemente non si rende conto di essere incontinente. Esistono alcuni campanelli d’allarme che possono segnalare la presenza dell’incontinenza o di un suo principio. Alcuni di questi sono: la difficoltà di trattenere l’urina quando si sente scorrere l’acqua, perdite di urina dopo tosse o starnuti oppure la sensazione di residui di acqua dopo aver fatto il bagno (in particolare nelle donne).
Le cause dell’incontinenza
Essendo un disturbo altamente diffuso, le cause dell’incontinenza sono numerose. Alcune tra queste comprendono:
- uso elevato di bevande alcoliche e contenenti caffeina;
- uso di farmaci (antidepressivi, lassativi, diuretici, estrogeni, benzodiazepine);
- invecchiamento (con l’invecchiamento i muscoli si indeboliscono e la capacità della vescica diminuisce);
- diabete e ipertensione;
- obesità;
- morbo di Alzheimer;
- infezioni del tratto urinario;
- malattie del sistema nervoso (sclerosi multipla, malattia di Parkinson, ictus);
- malattie renali.
Alcuni esperti di urologia e andrologia sostengono che chi passa tanto tempo al volante per lavoro rischia di contrarre infezioni urinarie o di essere affetti da incontinenza più facilmente. Camionisti, tassisti e autisti di autobus rientrerebbero nella categoria di lavoratori a rischio. Questo perché l’utilizzo prolungato dei mezzi può generare l’insorgere di cistiti e infezioni. Quando si parla di incontinenza, le vibrazioni di grandi mezzi come tir e autobus vanno ad indebolire con il passare del tempo i muscoli volontari che partecipano al processo della minzione.
Cause dell’incontinenza femminile
Come dimostrano le statistiche, il disturbo dell’incontinenza colpisce in prevalenza le donne. Questo perché ci sono delle cause che possono essere ricondotte direttamente alla conformazione anatomica femminile e a implicazioni ormonali. Tra le cause maggiori dell’incontinenza femminile ci sono:
- gravidanza e parto (dopo il parto i legamenti e i muscoli del pavimento pelvico si indeboliscono, rendendo difficile la chiusura corretta dell’uretra);
- prolasso dell’utero;
- menopausa (la diminuzione dei livelli di estrogeni causa incontinenza);
- infezioni vaginali
L’indebolimento del pavimento pelvico gioca un ruolo importante nell’incontinenza femminile. Tuttavia è possibile eseguire degli esercizi specifici per allenare e riabilitare il pavimento pelvico.
Cause dell’incontinenza maschile
Anche nel caso di incontinenza maschile, esistono cause legate prettamente all’anatomia maschile. Tra le cause troviamo:
- ingrossamento della ghiandola prostatica (iperplasia prostatica benigna);
- radioterapia;
- tumore alla prostata.
Prevenzione
Tramite alcune misure preventive, è possibile ridurre la probabilità di incontinenza. Tra queste:
- non fumare,
- limitare l’uso di bevande alcoliche e contenenti caffeina,
- non trattenere, posticipare o forzare lo stimolo della minzione,
- introdurre almeno 1,5/2l di liquidi al giorno per evitare la stipsi (la stipsi rappresenta una grande causa di stress per il pavimento pelvico),
- non esagerare con sforzi che potrebbero gravare sulla vescica o aumentare la pressione addominale,
- tonificare i muscoli del pavimento pelvico tramite esercizi specifici.
Le conseguenze
Le persone con incontinenza spesso dichiarano di provare un grande disagio. Il disturbo involontario può manifestarsi nei momenti peggiori, soprattutto quando si è impreparati. Oltre al disagio fisico, il peggioramento della qualità della vita spesso provoca sofferenza psicologica a discapito del benessere emotivo, psicologico e sociale.
Diagnosi: capire se si è incontinenti
Rivolgersi al medico è il primo passo per capire se si è incontinenti. Ricevere una diagnosi da un esperto è l’inizio per risolvere il problema e curare il problema.
Inizialmente il medico svolge dei controlli per capire di cosa si tratta, qual è la causa delle perdite e quali sono i fattori di rischio. Dopodiché potrebbe consigliare alla paziente di tenere un diario minzionale in cui annota il numero e il volume delle minzioni. In questo modo, può comprendere ancora piu a fondo quale terapia si adatta maggiormente al caso.
Successivamente possono essere prescritti diversi esami, come:
- esame delle urine;
- pad test (l’esame, utile per quantificare le perdite, consiste nel riempimento della vescica e l’esecuzione di una serie di esercizi indossando un pannolino dal peso noto. Dopodiché si misura nuovamente il peso per valutare la quantità di perdite in relazione agli sforzi);
- q-tip test (l’esame consiste nell’inserimento di una sonda per misurare l’angolo formato dall’asse uretrale con la linea orizzontale. Una misura normale dell’angolo a riposo va dai -10 ai +30 gradi);
- test urodinamici (servono ad identificare le cause esatte dell’incontinenza);
- esami contrastografici (Rx Cistografia, Rx Urografia).
Come risolvere i problemi di incontinenza?
Per risolvere i problemi di incontinenza esistono diverse terapie, che si dividono in riabilitative, farmacologiche e chirurgiche.
Nel primo caso, la terapia riabilitativa o conservativa non presenta effetti collaterali, in quanto va ad agire sullo stile di vita del paziente. Per questo motivo, è molto importante la sua partecipazione e disponibilità.
Nella terapia conservativa si può procedere con la rieducazione vescicale, gli esercizi per il pavimento pelvico o, in caso di obesità, con la perdita di peso. Un’altra pratica è quella dei coni di Plevnik, ovvero di coni di peso crescente che vengono introdotti nella vagina per aiutare la paziente a stimolare il pavimento pelvico e contrarre i muscoli per evitare la caduta del cono stesso.
Nella terapia farmacologica vengono utilizzati farmaci per trattare i casi di vescica iperattiva, ovvero di incontinenza d’urgenza.
Infine, esistono degli interventi chirurgici per risolvere i problemi di incontinenza, solitamente scelti quando le altre terapie non funzionano. Uno di questi è la neuromodulazione sacrale, che prevede l’impianto di una sorta di pacemaker nella vescica che invia impulsi elettrici. In questo modo, si migliora la coordinazione nel processo della minzione e la capacità di dominare lo stimolo.