
Spalla congelata: come riconoscerla e cosa fare per guarire
La spalla congelata è una condizione dolorosa e debilitante che colpisce l’articolazione della spalla. Questo disturbo è caratterizzato dalla progressiva perdita di movimento e dalla rigidità dell’articolazione, che di conseguenza possono causare notevoli disagi nella vita quotidiana. Vediamo nello specifico la natura del disturbo, i suoi sintomi, le cause, le opzioni di trattamento e la prognosi.
Che cos’è la spalla congelata
La capsulite adesiva della spalla, spesso chiamata anche frozen shoulder o spalla congelata, è una condizione medica in cui la capsula articolare della spalla si infiamma e si restringe gradualmente. La capsula articolare è uno strato di tessuto connettivo che circonda l’articolazione della spalla, consentendo il movimento.
Quando si sviluppa la spalla congelata, questa capsula diventa più spessa e meno elastica, causando dolore anche di forte entità e limitando notevolmente i movimenti dell’articolazione. Si tratta di un disturbo spesso invalidante che tende a peggiorare con il tempo e che per questo richiede trattamenti mirati e tempestivi. Viene spesso chiamata spalla fredda, spalla ghiacciata o congelata, proprio perché la forte rigidità porta alla sensazione di una spalla ingessata, una spalla bloccata e immobile.
Spalla congelata cause
Perché viene la spalla congelata? Spesso questo disturbo tende a manifestarsi senza cause apparenti, altre volte può invece verificarsi a seguito di una lussazione, una frattura o un evento traumatico a carico dell’articolazione della spalla. In genere, si tendono dunque a sottolineare non le cause ma alcuni fattori di rischio che potrebbero aumentare la possibilità di manifestare la capsulite adesiva della spalla:
- sesso: questo disturbo tende a colpire maggiormente le donne;
- età: il congelamento della spalla tende a colpire più spesso persone di età compresa tra i 40 e i 60 anni;
- genetica: la predisposizione genetica può aumentare il rischio di sviluppare la condizione.
- traumi o interventi chirurgici: infortuni o lesioni alla spalla e procedure chirurgiche precedenti possono aumentare il rischio;
- malattie sistemiche: alcune condizioni mediche, come il diabete, le disfunzioni tiroidee, l’artrite, l’ipercolesterolemia e la malattia di Parkinson sono associate a un aumento del rischio di sviluppare la spalla congelata;
- farmaci: l’utilizzo errato o molto prolungato di alcuni farmaci potrebbe aumentare la predisposizione a tale disturbo;
- disuso o immobilizzazione: un periodo prolungato di immobilizzazione della spalla a seguito di un infortunio o di un’operazione può contribuire allo sviluppo della capsulite adesiva.
Sindrome spalla congelata sintomi
Che sintomi dà la spalla congelata? Chi manifesta questo disturbo tende a provare alcuni sintomi molto comuni e che riconducono facilmente proprio a questo problema:
- dolore: il dolore è spesso il sintomo iniziale e può essere acuto o sordo, in genere è localizzato sulla spalla ma può estendersi anche lungo il braccio. Inoltre, il dolore può peggiorare durante la notte, soprattutto per chi tende a dormire sul fianco;
- rigidità: la rigidità della spalla è uno dei sintomi più caratteristici, soprattutto al mattino dopo il risveglio;
- gonfiore: talvolta può manifestarsi gonfiore nella zona interessata;
- perdita di movimento: inizialmente si manifesta come difficoltà nell’effettuare determinati movimenti, ma con il tempo la spalla può diventare così rigida da rendere impossibile compiere attività e movimenti quotidiani anche basilari come vestirsi, pettinarsi o addirittura mangiare;
- debolezza: la spalla congelata può causare debolezza muscolare nella zona interessata.
I sintomi tipici della sindrome della spalla dolorosa tendono inoltre a variare anche a seconda della fase di evoluzione della patologia:
- fase di raffreddamento: la prima fase (che dura dalle 6 alle 12 settimane) è in genere la più dolorosa anche se la spalla continua comunque a mantenere una certa mobilità;
- fase di congelamento: la seconda fase (di durata di 4-6 mesi) vede aumentare la rigidità articolare mentre il dolore tende a diminuire;
- fase di scongelamento: la terza fase (che può protrarsi anche per 1 anno) vede un lento e graduale miglioramento della condizione della spalla.
Spalla congelata rimedi
Cosa fare in caso di spalla congelata? Prima di tutto se si manifestano i sintomi di questo disturbo è importante rivolgersi a un professionista, partendo magari dal proprio medico di base o un fisioterapista. In alcuni casi, il professionista potrebbe richiedere qualche esame diagnostico per escludere la presenza di altre patologie a carico della spalla come tendinopatia calcifica, tendinite, artrite, o la rottura della cuffia dei rotatori.
Una volta diagnosticata la sindrome della spalla congelata, la terapia e la riabilitazione devono avvenire sotto il controllo di un fisioterapista professionista. La terapia della spalla congelata si basa sulla gravità dei sintomi e sulla fase della condizione. La fisioterapia svolge un ruolo fondamentale poiché vi sono esercizi mirati che aiutano a migliorare la flessibilità e a ridurre il dolore.
Accanto alla Fisioterapia Milano, il medico potrebbe decidere di prescrivere farmaci antidolorifici o antinfiammatori per ridurre il dolore e l’infiammazione, oppure somministrare iniezioni di corticosteroidi nella spalla.
Un’altra opzione è anche l’idrodistensione, una procedura che comporta l’iniezione di fluido nella capsula articolare per allentare la rigidità. In casi gravi e resistenti agli altri trattamenti, può essere necessario un intervento chirurgico per liberare la capsula articolare e ripristinare la mobilità.
Spalla congelata fisioterapia: fondamentale per la guarigione
In presenza di capsulite adesiva, la terapia fisica è fondamentale per il recupero. Questo perché gli obiettivi principali sono aumentare la flessibilità della spalla con esercizi di stretching mirati, rafforzare i muscoli della spalla e del dorso per migliorare il supporto e la stabilità dell’articolazione; migliorare il controllo motorio e la coordinazione dei movimenti della spalla e, ovviamente, alleviare il dolore.
Se questa condizione viene diagnosticata tempestivamente, la fisioterapia come terapia conservativa diventa anche curativa. Tra i possibili trattamenti per la riabilitazione della spalla congelata troviamo dunque i seguenti:
- Esercizi di rieducazione, allungamento e mobilizzazione: esercizi specifici che mirano a ripristinare la normale mobilità e forza della spalla, e che vanno eseguiti sotto indicazione di un professionista di Fisioterapia Milano;
- Applicazione di calore: l’utilizzo del calore aiuta ad aumentare la vasodilatazione locale e ad allentare il blocco articolare;
- Terapie fisiche: i fisioterapisti possono utilizzare modalità fisiche come ultrasuoni, laserterapia, tens o elettroterapia per aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione e a velocizzare la rieducazione della spalla congelata;
- Agopuntura e manovre osteopatiche: talvolta potrebbero essere consigliate anche manovre osteopatiche e agopuntura come tecniche di medicina complementare;
- Idrochinesiterapia: il fisioterapista potrebbe consigliare anche alcuni esercizi mirati da svolgere in acqua, immergendosi fino alle spalle.
Capsulite adesiva riabilitazione: quanto tempo ci vuole per guarire dalla spalla congelata?
La durata della guarigione dalla sindrome della spalla congelata può variare da persona a persona. In genere, il trattamento può richiedere da diversi mesi a oltre un anno per ottenere risultati significativi. Si tratta dunque di tempi di guarigione comunque lunghi.
La cooperazione del paziente nel seguire il piano di trattamento e nelle terapie fisiche è essenziale per una guarigione efficace. La prognosi è generalmente positiva, e la maggior parte delle persone recupera la maggior parte della mobilità e delle funzionalità della spalla con il tempo.
In caso di intervento chirurgico (che in genere rappresenta l’ultima spiaggia) dopo un tempo di recupero necessario, il paziente deve necessariamente sottoporsi a un giusto percorso di fisioterapia per spalla congelata che può durare dai 3 ai 6 mesi fino ad arrivare al completo recupero dell’articolazione.